JOSÉ
DE MADRAZO A ROMA: LA FELICITÀ ETERNA DEL
1813
(Roma,
Via Margutta, 54 aprile-maggio 2012)

JOSÉ DE MADRAZO Y AGUDO
(Santander, 1781 - Madrid, 1859)
LA FELICITÀ ETERNA, 1813
Olio su tela, 210 x 189 cm
Firmato e datato sulla tavola tenuta dal putto di sinistra:
“J. de Mádrazo f.t Roma/1813”
Iscritto sulle tavole:
“FELICES / QUI AMANT / CUSTOD. - FELICES / QUI
CUSTOD. / AMANDO”
Provenienza:
1813, Carlo IV di Spagna, residenza reale di Sant’Alessio
sull’Aventino a Roma;
1818, Madrid, collezioni reali;
1829-30, Napoli, palazzo reale, dono di nozze di Ferdinando
VII a Maria Cristina di Borbone;
XX secolo, Milano, collezione privata.
Cornice in legno dorato e intagliato
risalente agli anni venti-trenta dell’Ottocento
con i gigli dei Borbone Napoli intagliati ai quattro angoli
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Francesca
Antonacci e Damiano Lapiccirella presentano al pubblico
nella galleria di via Margutta 54, la monumentale tela raffigurante
la Felicità Eterna dipinta nel 1813 dal
pittore spagnolo residente a Roma José de Madrazo
per la residenza romana di re Carlo IV di Spagna. La presentazione
dell’opera, dispersa dall’Ottocento e sino a
oggi nota agli studi soltanto da una fotografia, è
accompagnata dal volume scritto per l’occasione da
Francesco Leone.
Padre
di Federico e nonno di Cecilia de Madrazo, a sua volta moglie
di Mariano Fortuny y Marsal, José de Madrazo (Santander,
1781 – Madrid, 1859) è stato l’artista
spagnolo residente a Roma più importante della prima
metà dell’Ottocento.
Nella capitale pontificia
Madrazo visse dal 1803 al 1819, attraversando per intero
tutto il periodo del dominio napoleonico sulla città
del papi (1809-1814). Nell’anno 1800, Roma, proprio
nel momento in cui Madrazo la raggiungeva, tornava a essere
l’ambita meta del Grand Tour; la patria mondiale delle
arti in cui tornavano a confluire viaggiatori stranieri
da ogni parte del mondo e a radunarsi colonie di giovani
e agguerriti artisti di ogni nazionalità. L’esecuzione
della Felicità Eterna si colloca prestigiosamente
in questo contesto culturale. La tela venne dipinta nel
1813 su commissione di re Carlo IV di Spagna per uno dei
soffitti dell’appartamento reale della residenza del
monastero di Sant’Alessio sull’Aventino a Roma.
Il monastero, appartenuto ai frati Girolamini, era stato
soppresso dai francesi nel 1810 e acquistato da Carlo IV
di Spagna, esiliato nel 1812 da Napoleone a Roma (dove era
giunto il 16 di luglio), quale sua residenza estiva.
In questa prospettiva il
ritrovamento dell’inedito dipinto di Madrazo si configura
di grande rilevanza per gli studi storico-artistici perché
risulta l’unica testimonianza che documenti il cantiere
degli appartamenti reali di Carlo IV in Sant’Alessio.
Una committenza di grandissimo livello, ma quasi dimenticata
dalla storia dell’arte, che ha rappresentato il culmine,
e per certi versi anche l’epilogo, di quella grandissima
stagione figurativa.
Caduto Napoleone, restaurate le dinastie reali d’Europa,
la Felicità eterna fu imbarcata per la Spagna nel
1818 per poi fare ritorno in Italia, precisamente a Napoli,
tra il 1829 e il 1830 quale dono di nozze di Ferdinando
VII, figlio di Carlo IV, a Maria Cristina di Borbone, sposata
nel 1829 dopo la morte della sua terza consorte Maria Giuseppina
di Sassonia. Da allora se ne erano perse le tracce e l’opera
risultava dispersa.
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