Pochi
lo sanno ma Roma è stata, in un momento ancora
non bene precisato della sua storia, invasa e governata
da una cultura straniera: quella dei tahmisi. Gentile invasione,
in verità, e dolce dominazione, dato che il
tutto è avvenuto - e avviene - sul piano poetico
ed artistico. I tahmisi e il Tahmisat,
loro paese d’origine, sono infatti delle invenzioni.
Tuttavia sarà utile ricordare che inventare
viene da invenire, cioè trovare, scoprire,
portare ala luce, rendere evidente quello che prima
si celava o si mascherava.
Il
dipinto, inedito, è un rinvenimento di grande
interesse per la ricostruzione della parabola artistica
del pittore boemo naturalizzato romano Venceslao
Peter (continua)
....
Scrive
Camillo Langone, una delle penne più raffinate
e spiritose del giornalismo italiano: “Oscar
Wilde voleva vivere all’altezza delle sue porcellane,
io voglio vivere all’altezza delle foto di Massimo
Listri, il più grande fotografo italiano d’interni….Listri
scatta foto bellissime in ambienti bellissimi, quindi
è bellezza al quadrato, un fulgore che alle
persone troppo sensibili potrebbe causare capogiro
(la sindrome di Listri). Ma anche le persone di sensibilità
media mentre si avvicinano alle sue grandi immagini
sentono una voce oltremondana che domanda: Ne sarai
tu degno?”.
La
mostra offre l’opportunità di far rivivere
l’appassionato dibattito culturale e artistico
di cui fu animatore instancabile, arbitro e, spesse
volte, tiranno Ugo Ojetti dalle pagine di Dedalo,
la rivista da lui fondata e diretta tra il giugno
1920 e il giugno 1933. Tra loro molto diversi, gli
scultori Andreotti e Maraini e il disegnatore Romano
Dazzi sono infatti accomunati dall’essere stati
sostenuti e collezionati dal potente critico.
Trentadue
opere in mostra, tra le quali figurano alcuni dei
capolavori della produzione di Selva, pezzi esposti
nelle più prestigiose manifestazioni artistiche
dell’epoca e salutati dalla critica come simboli
del rinnovamento dell’arte italiana. Ritmi
(foto sotto), gesso dorato del 1913 esposto dall’artista
alla Terza Mostra della Secessione, è una delle
prime riuscite testimonianze del percorso di ricerca
intrapreso da Selva: la complicata posa geometrizzante,
che sembra addirittura anticipare modi decò,
è assegnata ad un plastico corpo di donna.
Questa
mostra vuole indagare un capitolo della vicenda artistica
di Afro poco noto al grande pubblico: la sua pittura
figurativa dalla metà degli anni Trenta alla
fine degli anni Quaranta. L’autore dei
sedici dipinti in esposizione, tre dei quali inediti,
è uno smagliante talento osservato nella fase
preparatoria di quella che, dal 1950, diverrà
la sua inconfondibile cifra di riconoscimento. Un
artista giovane, tra i venti e i trent’anni,
eppure perfettamente maturo e nel pieno possesso della
scintillante sicurezza che, senza flessioni, lo accompagnerà
sino alla fine dell’esistenza.
Un dipinto di IPPOLITO
CAFFI
ed una raccolta di vedute di Roma
(Via Margutta, 54 -
novembre 2007)
***
In
questa mostra Francesca Antonacci propone un suo personale
viaggio (o vagabondaggio) sentimentale per
immagini attraverso una certa Roma il cui fascino,
malgrado tutto, resta immutato forse anche per gli
inevitabili richiami negativi alla realtà odierna. Le ventisei “carte”-
acquarelli, disegni e tempere - e i dieci dipinti
ad olio, sono quindi il risultato di scelte operate
non tanto per assecondare il gusto corrente bensì
per le loro concordanze con le propensioni sentimentali
e culturali della curatrice e l’amore per certi
luoghi dell’Urbe che hanno lasciato un impronta
più profonda nella sua memoria. Una mostra quindi
che vuole riferirsi più ai luoghi, che diventano
vere e proprie categorie della spirito, piuttosto
che agli autori che pure non merita di astenersi dal
riferire: da François (Franz) Keiserman a Victor
Jean Nicolle da Ippolito Caffi a Louis-François
Cassas, a due grandi acquarelli di Luigi Rossini meglio
noto al più vasto pubblico come esimio acquafortista
della Roma del sec. XIX, ad Arturo Noci con una Villa
Borghese dai richiami simbolisti e molto altro. Una mostra di gusto
dunque da vedere e non solo da quanti amano Roma.
Chi,
quando pensa a Chini, ha ancora in mente il pittore
delle nature morte e dei paesaggi versiliani, l’artista
risolto nell’etichetta di pittore liberty o
post-macchiaiolo, visitando questa mostra dovrà
ricredersi: Chini fu qualcosa di più. Nella prima parte
della sua carriera, quella che precede il fatidico
viaggio in Siam, fu non un pittore liberty, ma il
pittore liberty per antonomasia, l’incarnazione
del nuovo mito dell’Art Nouveau. All’apice
della fama, coglie al volo la straordinaria opportunità
di viaggio offertagli da re Rama per aggiornare completamente
il suo linguaggio. Quando, nel 1911, si imbarca da
Genova alla volta di Bangkok, l’esperienza liberty
appartiene già al passato. La necessità
di rappresentare le intense emozioni che il nuovo
mondo gli procura suggerisce a Chini soluzioni inedite
e lo proietta nel contesto di quell’impressionismo
psicologico chein Europa fece proseliti fra artisti
grandissimi, come Bonnard, Vuillard, lo stesso Matisse,
mentre in Italia fu appannaggio di personalità
originali come De Pisis, Semeghini, Tosi e Cavaglieri”.
" ... attraverso la fotografia
di Gendel è il tuo sguardo che vede, tua è
la curiosità e la meraviglia; e la scena è
tua e Milton è dietro di te, silenzioso, arguto,
disincantato e sapiente. Presenza più che preziosa,
necessaria: come se con la fotografia avesse voluto
lui stesso rinunciare all’arbitrio inventivo
e manuale delle tecniche dell’incisone o della
pittura, per trovarvi la formulazione del surreale
più vincolata al reale quanto dissolutiva dell’identità
dell’autore ..." Luigi Ficacci dal saggio introduttivo
Il
"Gotha" di Parma si inserisce da sempre
a pieno titolo nel panorama delle più prestigiose
mostre europee. Partner di grande
prestigio, in questo nuovo corso, l’Associazione
Antiquari d’Italia che ha collaborato con Fiere
di Parma alla riprogettazione dell’evento. Per questa 8 edizione,
Francesca Antonacci presenta delle opere inedite tra
cui un olio di Gaspare Landi.
Finestre
su Roma, la mostra fotografica di Enrica Scalfari,
nell'ambito di "Fotografia"
- Festival Internazionale di Roma, è costruita
come un insolito percorso attraverso il centro di
Roma. Quaranta foto in
bianco e nero di grandi dimensioni propongono prospettive
che risultano originali e sorprendenti anche per chi
conosce bene la città.
Torna
a Roma la pop art domestica, tutta declinata al femminile,
di Sabina Mirri. La novità dei Quadri Succulenti,
tre grandi tele a soggetto floreale individuate dal
nome di un colore, Viola, Giallo e Azzurro, risiede
nell’attenzione che questa volta l’artista
presta alla “confezione” delle opere,
di cui una sfavillante cornice dorata è elemento
sostanziale.
L'evento
di massimo spicco dell'autunno fiorentino è
rappresentato dalla Mostra Mercato Internazionale
dell'Antiquariato, la più antica in Italia
e una delle più importanti del suo genere nel
mondo. In questa occasione,
Francesca Antonacci ha presentato, tra le altre opere,
due Tarsie lignee provenienti
dal coro della Basilica di San Marco a Venezia e rappresentanti
"La Speranza Divina" e "San Teodoro".
La mostra vuole
contribuire a mettere in luce l’evolversi del
fare di Ercole Drei artista capace di esprimere con
la medesima intensità il proprio temperamento
sia nelle grandi opere, spesso eseguite per la commitenza
pubblica, che nelle piccole sculture apprezzate da
un pubblico di amatori d’arte e destinate all’uso
privato. Queste opere in particolare
costituiscono il tessuto della mostra. Si tratta di
sculture , per la maggior parte bronzi, che traggono
ispirazione dai temi mitologici.
ARTE
E COLLEZIONISMO
A PALAZZO VENEZIA
(Roma, Palazzo Venezia - novembre
2004)
***
La
Associazione
Antiquari d'Italia in collaborazione con la Sovrintendenza
ai Beni Artistici e Storici di Roma, promuove la IV
edizione di "Arte e Collezionismo a Palazzo Venezia". Francesca Antonacci
sarà presente allo stand 5
La
tuta è un indumento che connota diverse categorie
professionali, il XX secolo ha così profondamente
assimilato l’uso di questo capo d’abbigliamento da
dimenticarne la storia, la data di nascita e, soprattutto,
il nome del suo creatore. L’inventore
della tuta era un artista, si chiamava Ernesto Michahelles,
ma per firmare le sue opere preferiva usare lo pseudonimo
bifronte THAYAHT. A Thayaht e a suo
fratello Ruggero Alfredo, in arte RAM, l’antiquaria
romana Francesca Antonacci ed il collega fiorentino
Damiano Lapiccirella dedicano una mostra che ripropone
una collezione di inediti disegni firmati dai Michahelles
tra il 1914 ed il 1951.
I
LAMPADARI DI CRISTALLO
ventinove disegni di una manifattura boema
(Via
Margutta, 54 - dicembre
2003)
***
I
Lampadari di Cristallo è il titolo, della mostra,
preziosa e raffinata, che Francesca Antonacci ha inaugurato
nella sua galleria di Via Margutta 54 lunedì 1 dicembre. Oggetto dell’esposizione
è un repertorio di disegni di elevata qualità raffiguranti,
per l’appunto, lampadari di cristallo di Boemia. L’ambientazione della
mostra cercherà di ricreare le atmosfere degli ambienti
illuminati a lume di candela, dai favolosi lampadari
di Boemia.
L'evento
di massimo spicco dell'autunno fiorentino è
rappresentato dalla Mostra Mercato Internazionale
dell'Antiquariato, la più antica in Italia
e una delle più importanti del suo genere nel
mondo. Francesca Antonacci
è stata presente alla XXIII Biennale presso
lo stand numero 50. Per ulteriori informazioni
potete visitare il sito ufficiale della mostra: www.mostraantiquariato.it
LIPSTICK
METAMORPHOSIS
presentazione di un progetto artistico
di Silvia Morera
(Via Margutta,
54 - luglio 2003)
***
Sono
state le Tre Grazie di Carlo Finelli a far da madrine
a Lipstick Metamorphosis, la psichedelica epopea del
rossetto che Silvia Morera ha presentato il 14 luglio
2003 nella galleria di Francesca Antonacci in occasione
della settimana romana dell’alta moda. L’accostamento
è meno casuale e audace di come a prima vista
potrebbe sembrare. Tanto le Grazie che il rossetto
sono, infatti, nell’immaginario del mondo occidentale,
insuperate icone di seduzione e femminilità
e, come Finelli, anche la Morera ha sino ad oggi tenuto
gelosamente nascosto il risultato del suo lavoro.
Sull’appartato
cortile che accolse i più illustri cittadini
e visitatori della capitale si affaccia la nuova galleria
di Francesca Antonacci. La Antonacci si presenta
al pubblico romano con una mostra d’eccezione,
dedicata a tre protagonisti della stagione neoclassica
capitolina: Vincenzo Camuccini, Carlo Finelli e Luigi
Bienaimè. Ad attirare la maggior
parte dei visitatori sarà probabilmente il
nome, notissimo, di Camuccini, ma le star di questa
rassegna, nella quale si ammira peraltro più
di un capolavoro, sono le Tre Grazie di Carlo Finelli.