AFRO
dagli anni della "Galleria della Cometa" al dopoguerra
1 marzo - 24 aprile 2008
|
Afro
nello studio di via Margutta, 1948 ca.
(foto di John Swope)
|
Mimì
Pecci Blunt e la Galleria della Cometa
La cronologia
delle opere in esposizione, offre lo spunto per raccontare
un ambiente di incomparabile glamour, quello che ruota attorno
alla Galleria della Cometa e al salotto di Anna Laetitia
Pecci Blunt. Figlia del capo della Guardia Pontificia e
nipote di Leone XIII, l’affascinante e cosmopolita
Mimì sposa nel 1919 Cecil Blunt, un ricco banchiere
newyorkese. Il suo salotto parigino è frequentato
da Salvador Dalì, Paul Valery, Poulenc, Paul Claudel,
Braque e Cocteau.
A Roma, Palazzo Malatesta
all’Ara Coeli, acquistato nel ’29, diviene subito
la sede di importanti eventi culturali e uno dei luoghi
di incontro prediletti dagli artisti e dagli intellettuali
di stanza o di passaggio nella capitale. Studi aggiornati
chiariscono che la contessa è in realtà al
centro di un ampio progetto promosso dal Ministero della
Cultura Popolare finalizzato alla promozione dell’arte
italiana a New York e Parigi. In quest’ottica va letta
la creazione della Galleria della Cometa, alla cui testa
Mimì pone il letterato e critico d’arte Libero
de Libero e, nel ruolo di consigliere, Corrado Cagli, l’esponente
di punta della nuova generazione artistica romana.
La Cometa viene inaugurata
nel 1935, l’anno dal quale il percorso espositivo
ideato da Francesca Antonacci prende il via.
La mostra
Il 1935
è un anno importante nella vicenda artistica di Afro,
poco più che ventenne e appena arrivato nella capitale,
ma già chiamato a partecipare alla II Quadriennale
di Roma e subito cooptato in quel gruppo di giovanissimi
artisti che fa capo a Corrado Cagli. Quando Cagli viene
coinvolto nell’esperienza della nascente Galleria
della Cometa, Afro si trova a beneficiare del clima internazionale
creato dalla contessa Pecci Blunt attorno alla struttura
e di una fitta rete di relazioni tessuta tra Roma, Genova,
Venezia, Milano, Parigi e, soprattutto, New York, dove la
Cometa, unica tra le gallerie d’arte italiane, apre
una succursale nel ’37.
Alcuni dei dipinti in esposizione
appartengono a questo felice periodo in cui Afro interpreta
il tonalismo di Cagli, Cavalli e Capogrossi con la libertà
cromatica tipica del mondo veneto dal quale proviene. Operazione
che spiega l’originale fascino di certe vedute di
una Roma “dipinta attraverso Tiepolo” o di capolavori
come Ragazzo con l’aquilone (1935) e Autunno (1935),
opera di storica importanza nel catalogo di Afro in quanto
esposta nel 1937 alla prima importante personale dedicata
all’artista dalla Cometa.
L’intensa stagione
della Cometa si esaurisce nel ’38, quando il nuovo
clima antisemita e antinternazionalista imposto dal Regime
induce Mimì Pecci Blunt a chiudere la galleria e
a trasferirsi a New York. Per la pittura di Afro inizia
una fase più interiore ed evocativa (1940-1942),
cui fa seguito, a partire dal ’43, l’inizio
di una ricerca di sintesi lineare e coloristica in linea
con l’interesse dell’artista per la pittura
cubista e post cubista.
La mostra di Francesca
Antonacci accompagna il visitatore sino al 1947, accomiatandolo
con l’esatto presagio della pagina successiva del
racconto: la svolta verso il linguaggio astratto.
Catalogo
|