1873
Galileo Andrea Maria Chini nasce il 2 dicembre a Firenze
da Elio, sarto e suonatore di filocorno, e Aristea Bastiani.
1884-1885
Dopo la morte dei genitori lo accudisce lo zio paterno
Dario, affermato decoratore e restauratore di affreschi,
che lo iscrive ai corsi di decorazione della Scuola d’Arte
di Santa Croce a Firenze. Galileo lo affianca nei lavori
di decorazione del castello Torlonia a Serra Brunamonti
in Umbria.
1889
Inizia a lavorare nella bottega di Amedeo Buontempo, pittore
di origine friulana. Partecipa con lo zio ai lavori di
restauro in Santa Trinita a Firenze (interventi cancellati)
e, sotto la direzione dell’architetto Corinto Corinti,
alla documentazione e ai rilievi di Mercato Vecchio.
1894
Inizia la collaborazione con Augusto Burchi, pittore,
affreschista e restauratore che gli affida, dopo un breve
tirocinio, la decorazione del soffitto del salone di rappresentanza
di Palazzo Budini Gattai a Firenze, in collaborazione
con Giulio Bargellini.
1895
A Vicchio decora la Chiesa di San Giovanni Battista (distrutta);
a Volterra esegue lavori di ripristino nella cappella
dei Conti Guidi in S. Francesco e affresca gli stemmi
delle famiglie del posto nella sala del Maggior Consiglio
del Palazzo dei Priori. In questa circostanza conosce
Elvira Pescetti, sua futura moglie. Si iscrive alla Scuola
Libera del Nudo all’Accademia di Belle Arti di Firenze,
che frequenta fino al 1897.
1896-1897
Fonda, verso la fine dell’anno, con Giovanni Vannuzzi,
Giunti e Montelatici, la Manifattura “Arte della
ceramica”, vicina agli ideali del movimento inglese
delle «Arts and Crafts» per la rinascita dell’artigianato
artistico. Pubblica otto illustrazioni sulla rivista «Fiammetta».
Partecipa alla selezione per l’Esposizione Internazionale
Festa dell’Arte e dei Fiori a Firenze; non ammesso,
espone nella Mostra dei rifiutati, allestita in una galleria
di legno e muratura di cui decora la scena centrale della
facciata.
1898
Porta a termine le decorazioni (scomparse) della Cappella
Ficozzi in Santa Trinita a Firenze, lasciata incompiuta
dalla scomparsa dello zio, ed esegue dei restauri nel
Palazzo del Comune a San Miniato, dove decora il soffitto
della sala del Consiglio Comunale. Partecipa con l’“Arte
della Ceramica” alle Esposizioni Internazionali
di Torino e Londra, vincendo due medaglie d’oro.
Realizza per «Il Cavalier Cortese» testata,
fregi e due tavole a colori.
1899
Continua i lavori a San Miniato, nella Chiesa di San Domenico.
Decora il soffitto della Sala del biliardo nel Circolo
Ricreativo del Popolo (oggi Circolo Cheli) a Volterra
e la sala di lettura dell’Hotel Helvetia a Firenze.
Il cugino Chino entra a far parte della Manifattura. Galileo
prende in sposa Elvira; l’anno seguente nascerà
la prima figlia, Isotta e nel 1901 il secondo figlio,
Eros.
1900
Partecipa con le ceramiche della Manifattura all’Esposizione
Internazionale di Parigi ottenendo il Grand Prix. Pubblica
su «L’Italia ride» tre illustrazioni.
Torna a frequentare la Scuola Libera del Nudo all’Accademia
di Belle Arti di Firenze, fino al 1902. Partecipa al Concorso
per l’illustrazione della Divina Commedia nuovamente
illustrata da artisti italiani e pubblica tre illustrazioni.
Realizza il manifesto per il periodico «La Rassegna
Internazionale della Letteratura e dell’Arte Contemporanea».
Si riferisce ai primi anni del Novecento la decorazione
in Palazzo Davanzati a Firenze (oggi Banca Mercantile,
Banca Popolare di Lodi).
1901
Esegue due sale da pranzo dell’Hotel Cavour a Firenze
(una nell’odierno Ristorante Beatrice, recentemente
restaurato, l’altra nella sala colazione) e partecipa
con la Manifattura alle Esposizioni Internazionali di
Bruxelles, Gand e Pietroburgo, ottenendo sempre il Grand
Prix. Partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia
con Quiete. Realizza il manifesto per il periodico «Euphorion».
Quest’anno l’“Arte della Ceramica”
si sposta da Firenze a Fontebuoni. Effettua dei lavori
di restauro e decorazione nella Chiesa di S. Maria Maggiore
a Firenze, impegnandosi fino al 1905 (staccate e conservate
solo alcune parti).
1902
Partecipa con l’“Arte della Ceramica”
all’Esposizione Internazionale di Arte Decorativa
di Torino. Collabora alla costruzione di un padiglione
della Mostra Nazionale di Floricoltura di Firenze ed espone
Marina alla Quadriennale di Torino.
1903
Partecipa alla Biennale di Venezia con La Sfinge e Un
Tramonto e cura l’allestimento e la decorazione
della Sala Toscana. Ad ottobre decora, a S. Giovanni Valdarno,
il tabernacolo dedicato a Masaccio in occasione del centenario
dell’artista (distrutto).
1904
Promuove, con Ludovico Tommasi, la Secessione della Promotrice
Fiorentina, a Palazzo Corsini, dove espone cinque opere.
Avvia in aprile la decorazione della Cassa di Risparmio
di Pistoia e Pescia (inaugura l’anno seguente).
Affresca la volta del salone delle feste del Grand Hotel
La Pace a Montecatini ed effettua delle decorazioni nella
Villa Targioni a Calenzano (Prato). A questo periodo dovrebbe
risalire anche la decorazione del distrutto caffé
teatro Palace Theatre a Montecatini e la facciata del
padiglione antistante l’ex Cinema Verdi, oggi sede
dell’Azienda di Promozione Turistica. Espone Marina
alla Secessione di Monaco e all’Esposizione di Saint
Louis, dove ottiene il Grand Prix con l’“Arte
della Ceramica”, di cui lascia però la direzione,
per divergenze con i soci.
1905
Allestisce con Tommasi, De Karolis, Tofanari e Lolli la
Prima Esposizione dell’Arte Toscana (espone cinque
dipinti) e decora il Salone e la Sala del The. Espone
alla Biennale di Venezia Il Trionfo (allegoria) e La Campagna,
occupandosi anche della decorazione della Sala Toscana.
Partecipa all’Esposizione d’Arte Umoristica
a Firenze e affresca il Palazzo della Cassa di Risparmio
di Arezzo, antico edificio degli Albergotti e dei Bacci.
1906
Fonda col cugino Chino Chini la Manifattura “Fornaci
San Lorenzo”, a Borgo San Lorenzo. Decora la sala
della “Giovane Etruria” all’Esposizione
Internazionale di Milano; la sala, distrutta da un incendio,
è ricostruita in poche settimane da Galileo, Bongi
e Giovanni Beltrami, ripetendo esattamente lo stile del
padiglione distrutto. Vi espone Notturno. Inizia i lavori
nella Villa Pecori Giraldi a Borgo San Lorenzo. Allo stesso
periodo si può datare la decorazione della cappella
Rolandi-Ricci (oggi parte del complesso dell’Hotel
Villa Ariston) a Lido di Camaiore. Realizza con Leto Chini
le prime decorazioni di una lunga serie per le cappelle
del Cimitero dell’Antella.
1907
Allestisce, con Plinio Nomellini e lo scultore Edoardo
De Albertis, la Sala L’arte del Sogno alla Biennale
di Venezia, in cui espone Icaro, Il Giogo e Il Battista
(affresco). Esegue nella Badia a Coltibuono a Gaiole in
Chianti, un affresco raffigurante il Beato Benedetto da
Coltibuono. Inizia a disegnare le scene per Il sogno di
una notte di mezza estate di Shakespeare. Pubblica un’illustrazione
su «Novissima».
1908
Partecipa con cinque opere e due pannelli decorativi alla
I Biennale d’Arte di Faenza. A dicembre riceve l’incarico
di insegnamento al Corso Libero Superiore di Decorazione
della Regia Accademia di Belle Arti di Roma, dove presterà
servizio fino al 1911. Dipinge il catino absidale dell’Oratorio
dell’Arciconfraternita della Misericordia, a Borgo
San Lorenzo e disegna gli ambienti per La maschera di
Bruto di Sem Benelli (non restano testimonianze).
1909
Tra gennaio e febbraio decora con le Allegorie dell’Arte
e della Civiltà, la cupola del Salone centrale
del Palazzo dei Giardini alla Biennale di Venezia (ricoperta
da Giò Ponti nel 1928 e riscoperta nel 1986). Nominato
nella commissione organizzatrice per l’Esposizione
del Ritratto Italiano del 1911 a Firenze, ne disegna il
manifesto. Realizza la scena del solo III atto de Il malefico
anello di Morello (non restano documenti) e le scene,
i costumi e il manifesto per La cena delle beffe di Sem
Benelli. Torna a frequentare i corsi della Scuola Libera
del Nudo all’Accademia di Belle Arti di Firenze
ed espone al Salon d’Automne di Parigi. Fa progettare
a Giusti la sua casa-studio in Via del Ghirlandaio 52
a Firenze, ampliata e decorata nel 1914 (affreschi della
facciata quasi completamente cancellati).
1910
Esegue le scene per Orione di Ercole Luigi Morselli e
La Regina di Guelfo Civinini (non restano documenti).
Decora il Padiglione Italiano all’Esposizione Internazionale
di Bruxelles, per cui riceve il Grand Prix, e lo Stabilimento
Terme Tamerici di Montecatini. Disegna le scene per il
Sogno di una notte di mezza estate e il manifesto e le
illustrazioni per il libro L’amore dei tre re di
Sem Benelli. Partecipa all’Esposizione Internazionale
d’Arte a Buenos Aires.
1911
Realizza manifesti per il Regio Politeama Fiorentino Vittorio
Emanuele, per Il Mantellaccio. Poema drammatico in 4 atti
di Sem Benelli, di cui disegna anche le scene (non restano
documenti), per la Mostra del Ritratto Italiano, per la
Drammatica Compagnia di Roma e per la Mostra Etnografica
all’Esposizione Internazionale di Roma, all’interno
della quale esegue i fregi del Padiglione Toscano e del
Salone delle Feste. Alla fine di giugno si imbarca a Genova
sul piroscafo diretto a Bangkok, su invito del Re del
Siam Rama V per affrescare l’Ananta Samakhom Throne
Hall.
1912
Rientra in Italia per un breve periodo, a causa di una
malattia di Chino e di Elvira.
1913-1914
Ritorna definitivamente a Firenze tra la fine di agosto
e i primi di settembre del 1913. L’anno seguente
partecipa alla II Secessione Romana, allestendo una sala
ed esponendovi Danzatrice Monn, e alla Biennale di Venezia,
dove allestisce la Sala dello scultore iugoslavo Ivan
Mestrovic, con diciotto pannelli sul tema La Primavera
che perennemente si rinnova. In una sala personale espone
un vasto gruppo di opere siamesi: Nel tempio, Fronde e
luci, Natura morta, L’idolo, Ninnoli d’oriente,
«Men Su» l’attrice, Natura morta, Vecchio
cimitero di San Phaya, La festa dell’ultimo giorno
dell’anno cinese a Bangkok, Wat Sam-Chet, La mia
veranda a Bangkok, La Casa di Ghotamo- la fede-la pace-l’indolenza,
Il mio cortile a Bangkok, L’ora nostalgica sul Men-nan,
La bisca del gran Cinese a Bangkok. Allestisce l’Esposizione
Internazionale di Bianco e Nero a Firenze ed espone alla
I Esposizione Invernale Toscana. Disegna dei bozzetti
per La mort de Tintagiles di Maurice Maeterlinck, per
Nerone di Pietro Cossa e per Il tramonto di un Re di Nino
Berrini (non c’è sicurezza sulla loro effettiva
realizzazione). Realizza il manifesto per Piccolo Harem
di G. Costa.
1915
Riceve l’incarico di supplente, al posto di De Carolis,
presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, per
la cattedra di Ornato. Affresca il Palazzo dell’Economia
a Firenze, oggi Camera di Commercio, ed espone alla II
Esposizione Invernale Toscana. Fa costruire, su progetto
suo e dell’architetto Ugo Giusti, la casa a Fossa
dell’Abate, oggi Lido di Camaiore. Ne disegna i
mobili e negli anni Venti ne affresca la sala da pranzo
e il soggiorno.
1917
Partecipa all’Esposizione del Soldato a Firenze
e pubblica, con Nomellini e Cifariello, il manifesto Rinnovandoci
rinnoviamo, in cui propone l’abolizione delle Accademie
per l’istituzione di scuole artistiche-industriali
dove fondere architettura, decorazione, industria, pittura
e scultura. Tra questa data e il 1935 elabora quattro
bozzetti e un modellino per il Faust di Goethe.
1918
Affresca il Palazzo Comunale di Montecatini e disegna
le scene per il Gianni Schicchi, una parte del Trittico
di Puccini.
1919
Partecipa ad aprile alla III Edizione del Premio Ussi
a Firenze.
1920
Decora alla Biennale di Venezia il Salone, già
Mestrovic, con pannelli orizzontali con allegorie dell’arma,
dell’esercito e dell’eroismo italiano (La
glorificazione dell’Artigliere e dell’Ardito
lanciafiamme; del Nocchiero; del Fante; del Lanciere)
ed espone Il Calvario, Il voto ai dimenticati della terra
e Il voto ai dimenticati del mare, oltre a due mosaici
veneziani, su suoi disegni, di S. Paolo e S. Giuda. In
seguito alla morte di Burchi, avvenuta l’anno prima,
Galileo è nominato, senza concorso, Professore
di Ornato e Decorazione all’Accademia di Belle Arti
di Firenze. Disegna il San Giovanni Battista per i lavori
di restauro del Santuario del SS. Crocifisso a Borgo San
Lorenzo (danneggiato).
1921
Decora tra il 1919 e il 1921 la Villa Scalini a Carbonate,
sul lago di Como. Partecipa alla Primaverile Fiorentina
ed espone alla I Biennale romana Il mio cortile a Bangkok,
Studio, Danzatrice Laos, La danzatrice di Sumatra, La
mia veranda, Studio e La perla. Esegue i bozzetti per
i manifesti del Comitato del Secentenario della morte
di Dante. Inizia ad organizzare il lavoro di decorazione
delle Terme Berzieri, su progetto dell’architetto
Ugo Giusti (inaugureranno nel 1923).
1922
Allestisce le Sale della Fiorentina Primaverile a Firenze,
di cui disegna anche il manifesto. Espone alla Biennale
di Venezia Episodio. Intorno a questi anni decora il Gran
Caffè (oggi Ristorante) Margherita di Viareggio
ed il Grand Hotel Excelsior.
1923
Espone la Spada d’onore di S. E. il Generale Conte
Guglielmo Pecori-Giraldi, eseguita da Guido Calori, alla
II Biennale Romana. Disegna il manifesto per la “Crociera
italiana in America latina sotto gli auspici di Gabriele
d’Annunzio”, per le Regie Terme di Salsomaggiore
e per l’”Esposizione- Fiera Cavalli e Bovini”
di Firenze. Tra il 1923 e il 1925 decora ed allestisce
il Palazzo Scalini a Milano in Via Seprio.
1924
Ha una sala personale alla Biennale di Venezia dove espone
Fecondazione e Nostalgia di Bangkok e realizza con Chino
un’edicola in ceramica col Redentore. Invitato con
Ugo Giusti e Alfredo Belluomini a dirigere la Commissione
per il piano regolatore di Viareggio, ne decora molti
edifici con le ceramiche della Manifattura. Esegue il
manifesto per il XII Concorso Ginnastico Federale Internazionale
di Firenze e per la Fiera di Milano e i bozzetti per la
versione musicata da Umberto Giordano de La cena delle
beffe di Sem Benelli. Inizia a febbraio a lavorare alle
scene della Turandot di Puccini, di cui si conoscono quattro
versioni.
1925
Decora il Grand Hotel des Thèrmes (il salone moresco,
la taverna rossa, la sala delle cariatidi) a Salsomaggiore,
il cinema centrale e il Tabarin Florida a San Remo e il
Padiglione Italia all’Esposizione Internazionale
di Arti Decorative di Parigi. Lascia la direzione delle
Fornaci San Lorenzo. Esegue il manifesto per la Mostra
dei cani alla Fiera di Milano e per la Mostra Didattica
Nazionale di Firenze. Disegna le scene e la copertina
per l’edizione Treves de L’amorosa tragedia
di Benelli e un bozzetto per l’Otello di Shakespeare
(non realizzato). A quest’anno risale l’esecuzione
delle vetrate per il Palazzo della Municipalità
della Concessione Italiana di Tien-Tsin.
1926
Progetta per Ducrot la decorazione della cupola e degli
ambienti della motonave Augustus e del piroscafo Ausonia
(avevano già collaborato per l’allestimento
del transatlantico Roma). Partecipa al Padiglione dei
Reduci di Firenze e disegna la copertina della Turandot
per l’edizione Ricordi. Disegna le scene dei soli
III e IV atto per Il vezzo di perle di Benelli. Allo stesso
periodo si ricollegano le decorazioni di due centrali
idroelettriche, una a Marlengo (Merano) e l’altra
a Mori (Rovereto), commissionate dalla Società
Elettrica Alto Adige del gruppo Montecatini, diretta da
Guido Donegani. Lavorerà ancora per la Società
Generale per l’Industria Montecatini, terminando
nel 1928 la nuova sede sociale a Milano.
1927
Tra il 1927 e il 1928 decora la villa Fonio a Salsomaggiore,
il Poggio Diana e la Villa di Donegani a Moltrasio, sul
lago di Como. Partecipa all’80° Esposizione
Nazionale di Belle Arti di Firenze ed è incaricato
dell’insegnamento di Decorazione pittorica al terzo
anno della Reale Scuola di Architettura di Firenze.
1928
A febbraio riceve l’invito a partecipare alla mostra
degli Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma. Disegna
i bozzetti per le scene e i costumi dell’Amleto
(non realizzati). Espone alla mostra Mezzo Secolo di Arte
Toscana a Firenze ed esegue il manifesto Zolfi di Romagna.
1929
Espone a febbraio in una personale alla Bottega d’Arte
di Livorno ed inizia la decorazione del Palazzo Vincenti
di Corso Italia a Pisa, allora sede del Consiglio Provinciale
dell’Economia e del Lavoro, oggi succursale della
Banca Popolare di Novara. Affresca il palazzo della Provincia
di Livorno (demolito) e progetta le decorazioni, mai eseguite,
per il concorso per l’Abbazia di San Godenzo.
1930
Espone alla Biennale di Venezia La Cena, La modella in
riposo, Il cavolo, Scia di Monsone, Natura morta- Orata.
Realizza i costumi per Fiorenza di Sem Benelli, di cui
restano solo fotografie di scena. Tra il 1930 e il 1936
esegue una prova per l’Edipo Re di Sofocle e per
Manon Lescaut, su musica di Puccini, entrambi non realizzati.
Tra il 1930 e il 1935 esegue anche un bozzetto per L’Oro
del Reno, prologo de L’anello del Nibelungo di Wagner
e Il deserto di A. Gherardini (non realizzati). A luglio
espone alla LXXXIII Esposizione Sociale d’Arte a
Montecatini. A novembre la Reale Scuola di Architettura
di Firenze sospende la cattedra di insegnamento da lui
esercitata. Esegue il manifesto per l’Istituto teatrale
italiano, compagnia di Sem Benelli per l’arte drammatica.
1931
Inaugura ad aprile una personale a Parigi alla Galleria
Bernheim-Jeune. A maggio espone a Firenze nella Galleria
Firenze di G. Cavalensi e di G. Botti; decora intorno
a questa data la Cappella di San Giovanni Battista nella
Chiesa del Sacro Cuore di Carignano a Genova. Partecipa
alla LXXXIV Esposizione Sociale a Montecatini Terme e
inaugura un’altra personale a Parigi, al Palais
de la Mediterranée.
1932
Ha una mostra alla Galleria Pesaro di Milano; Carrà
ne scrive una lusinghiera recensione. Tiene ancora altre
personali a Livorno nella Bottega d’Arte e alla
galleria Vitelli di Genova, alla Casa d’Arte di
la Spezia e alla Galleria d’Arte G. Cavalensi e
G. Botti di Firenze. Decora a Roma, in un edificio provvisorio
in Piazza di Siena, il Padiglione Toscano della Mostra
del Grano, all’interno della Mostra del Decennale
della Rivoluzione Fascista. Partecipa alla III Esposizione
d’Arte di Montecatini e disegna tre progetti (mai
eseguiti) per il concorso relativo alla decorazione della
sala reale della Stazione di Firenze.
1933
Partecipa alla I mostra del Sindacato Nazionale Fascista
di Belle Arti di Firenze e alla II Mostra d’Arte
Toscana di Livorno.
1934
Espone nuovamente alla Galleria Cavalensi e Botti di Firenze
e alla Galleria Genova di Genova. Partecipa alla Biennale
di Venezia con undici quadri: Cantiere in darsena- Versilia;
Natura morta- Primavera; Case sul mare- Versilia; Estate-
Versilia; Dalla spiaggia- Lido di Camaiore versilia; Agosto;
Capanna sulla spiaggia- Versilia; La casa dell’oblio;
Mattino di settembre- Versilia; Natura morta- L’ocio;
Case nella pineta- Viareggio. Partecipa alla Mostra del
paesaggio di Bologna, all’interno della Fiera del
Littoriale e alla VII Mostra Interprovinciale d’Arte
Toscana a Firenze. Realizza diversi emblemi per l’Associazione
Nazionale Fascista dei Dirigenti delle Aziende Commerciali.
1935
Espone a maggio alla Galleria Il Cimento di Napoli, con
Zambeletti e Tofanari e a giugno con Nomellini all’Hotel
Croce di Malta, a Montecatini Terme. Si data alla metà
degli anni Trenta la decorazione del Caffè ristorante
Doney a Firenze e del Grand Hotel ad Ardenza.
1936
Tiene una personale alla galleria Apollo di Roma, espone
al saloncino Rizzi di Firenze e partecipa al Concorso
di Arte Sacra di Bologna. Alla Biennale di Venezia presenta
I garofani rossi, Ora stanca, La fornace sull’Arno,
Primavera e, fuori concorso, La pensierosa. Esegue le
scene per la Cenerentola di Rossini, alla Scala di Milano.
1937
Espone alla Galleria d’Arte Firenze di Firenze e
alla XCII Esposizione Sociale della Società di
Belle Arti.
1938
Espone ancora in una personale alla Galleria d’Arte
Firenze di Firenze e in una collettiva alla Galleria Pesaro
di Milano; partecipa alla X Mostra del Sindacato Interprovinciale
di Belle Arti di Firenze e Al I Concorso d’Arte
Sacra di Firenze. Riceve diverse onorificenze. Ad ottobre
si ritira dall’insegnamento per limiti di età.
1939
Espone alla Società delle Belle Arti di Firenze
e al Premio Sanremo; partecipa a gennaio alla III Quadriennale
di Roma con Estate, alla VI mostra d’arte estiva
viareggina, al Concorso Nazionale del Paesaggio Italiano
a Bergamo e alla Mostra dei Pittori dell’Ottocento
e Contemporanei di Prato. Esegue per conto della Società
Navale Italia un grande pannello per la Stazione marittima
di New York.
1940
Ha mostre personali alla Società di Belle Arti
di Firenze, alla Galleria Rotta di Genova e alla Gian
Ferrari di Milano.
1941
Espone in una personale alla Galleria d’Arte Firenze.
Partecipa alla XII Mostra d’Arte di Firenze, alla
VII Mostra Estiva di Pittura dedicata al Paesaggio, a
Viareggio e alla III mostra d’arte rionale a Firenze.
1942
A gennaio espone alla XCVII Mostra Sociale di Belle Arti
di Firenze e alla Mostra d’Arte a Beneficio delle
Forze Armate a Viareggio. Decora intorno a questa data
il salone delle riunioni della Casa del Contadino a Bologna,
nuova sede dell’Unione Provinciale Fascista Lavoratori
Agricoltori (distrutta). Organizza con Orsi, Pistelli
e Arrighini la I Mostra d’Arte e di Storia a Lido
di Camaiore, dove ha una sala personale. Partecipa alla
I Mostra valdarnese d’Arte, a S. Giovanni Valdarno
e alla IV Mostra degli artisti versiliesi, a Seravezza.
Espone a Viareggio nella Galleria Nettuno o Bottega dei
Vàgeri e partecipa all’Esposizione degli
Artisti Toscani a Düsseldorf.
1943
Espone in mostre personali a gennaio all’Albergo
Universo di Lucca, a febbraio alla Galleria d’Arte
Trieste di Trieste e a maggio alla Galleria Permanente
Alessandro Gazzo di Bergamo. Partecipa alla mostra d’arte
a beneficio della Compagnia Gioconda Fiorentina pro Infanzia
a Firenze e a luglio espone alla galleria Vittoria di
Brescia. Si data a questo periodo un grande pannello decorativo
per la sala del ristorante dell’albergo “Palazzo”
di Livorno. Espone nella Bottega dei Vàgeri a Viareggio.
1944
Nel periodo dello “sfollamento” si sposta
con la famiglia a Striglianella ed espone in una personale
alla Galleria Il Cenacolo di Firenze.
1945
Dona al Comune di Firenze tredici dipinti di varie zone
della città distrutte in seguito al “brillamento
di mine” da parte dei tedeschi.
1946
Muore la figlia Isotta; Galileo ne affresca la Cappella
nel Cimitero dell’Antella.
1947
Espone alla Mostra dell’Arte Antica, dell’Ottocento
e Contemporanei Toscani a Firenze.
1950
In questo periodo la sua attività artistica diminuisce
progressivamente per un disturbo alla vista che lo porterà
alla cecità.
1951
Partecipa all’Esposizione Internazionale d’Arte
Sacra di Roma.
1952
La Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Firenze
gli dedica una retrospettiva. Espone nel salone delle
Esposizioni di Arte Figurativa a Lido di Camaiore; partecipa
alla I Mostra Nazionale d’Arte a Trieste e alla
mostra Mezzo Secolo d’Arte Toscana a Firenze.
1954
Dipinge il suo ultimo quadro Follia macabra. Partecipa
alla Mostra d’Arte Contemporanea al Palazzo delle
Esposizioni a Roma, organizzata dalla Commissione Italiana
per l’Appello Pro Infanzia (UNAC, poi Unicef).
1955
Espone ad agosto in una personale al Palazzo Comunale
di Pietrasanta e dona ufficialmente al Museo Fiorentino
Universitario di Etnologia gran parte dei cimeli siamesi
e orientali riportati da Bangkok (la donazione era avvenuta
in realtà nel 1950, ma fino a questa data i reperti
non avevano trovato giusta collocazione).
1956
A gennaio partecipa alla Mostra Internazionale di Arte
Contemporanea Pro Infanzia a Bogotà, in Colombia
e ad agosto il Palazzo Comunale di Pietrasanta gli dedica
una retrospettiva. Muore a Firenze il 23 dello stesso
mese, nel suo studio in Via del Ghirlandaio.
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